Al Marroneto con Alessandro Mori, il re del Brunello

Passione e personalità, personalità e passione: se con due parole si dovesse definire il re del Brunello e i suoi vini queste sono senz’altro le due espressioni che rimangono indelebili dopo aver respirato l’aria del Marroneto e aver allargato lo sguardo dalle alte pendici della collina di Montalcino ai confini dell’orizzonte per poi immergersi nel suo racconto e nei suoi sangiovese, rigorosamente spillati dalle botti di rovere.

.Alessandro ci descrive lo splendido panorama che si gode dal Marroneto: le colline che compongono “l’8 sdraiato” del Chianti e Chianti Classico proprio di fronte a noi con Siena in mezzo sullo sfondo gli Appennini, a sinistra San Gimignano con la Vernaccia, e a destra Montepulciano con il Nobile: si spazia tra tutte le DOCG della provincia di Siena.

Il Marroneto appartiene ai Mori dal 1974, quando il padre di Alessandro lo acquistò per piantare la prima vigna e Alessandro ci racconta di come lui e suo fratello abbiano giocato tanto nelle due stanze del Marroneto – che prende il nome dall’antico essiccatoio di marroni, edificio storico del 1246 riconvertito poi in stalla – appassionandosi al mestiere di fare il vino.

Soprattutto Alessandro che, dopo essere diventato avvocato e aver lavorato per alcuni anni per un istituto bancario, ha deciso di abbandonare la scrivania per fare il vignaiolo, innamorandosi a tal punto da farne la propria vita. Dopo aver fatto suoi gli insegnamenti di due grandi enologi, da anni ormai Alessandro fa personalmente il suo Brunello con amore e passione: solo Sangiovese in purezza senza intervenire molto sulle vigne, riuscendo a tradurre in profumi e sapori la cultura del saper fare il vino propria di Montalcino, espressione di una tradizione e di una terra straordinaria. Un vino che diventa adulto vinificando secondo i sistemi tradizionali ilcinesi riposando 4 anni in botti grandi di rovere.

Un vino affascinante come il suo produttore, elegante e ricco di profumi: una grandissima emozione per me degustare direttamente dalle botti il Brunello 2016 e 2017 e la selezione Madonna delle Grazie, che divengono Brunello dopo 5 anni (considerando anche 10 mesi di affinamento in bottiglia) e riuscire a carpire le differenze nell’evoluzione dei profumi del sangiovese attraverso gli anni e che rimane fresco, profumato e fruttato dopo la permanenza in legno.

Una menzione per il Madonna delle Grazie che viene fatto con una particolare selezione di uve raccolte nella vigna storica del Marroneto, proprio in prossimità della chiesetta medievale della Madonna delle Grazie (1200) da cui prende il nome, un grande vino complesso ma di grande piacevolezza.

Grazie Alessandro per il tempo che ci hai dedicato, per la tua storia e i tuoi Brunelli pieni di passione, per averci guidato nella tua filosofia e per aver dimostrato che con la fatica e il lavoro, l’amore e la determinazione si arriva davvero lontano!


Ora sono pronta per Benvenuto Brunello dove non vedo l’ora di assaggiare il tuo Marroneto 2015!

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